Continua la vera e propria invasione dell’Italia da parte di grano estero di dubbia qualità. Ogni mese è un nuovo record di arrivi, mentre il grano italiano viene snobbato e sottoquotato dagli importatori italiani. Nel mese di settembre le gru portuali avranno un bel da fare. Si prevede infatti uno scarico record di oltre 2 milioni di quintali per garantire le miscelazioni con il grano salus italiano. Sono in arrivo tre navi solo dal Canada! Ma il glifosate questa volta sarà analizzato? Perché la Lorenzin non fa intervenire direttamente l’ Istituto Superiore di Sanità?
Il record del mese di settembre rimarrà un record storico. Al porto di Bari ormai è invasione di navi transoceaniche, quasi un anticipo di quei trattati che l’Europa vorrebbe avviare da subito pur senza l’approvazione dei Parlamenti. Australia, Stati Uniti, ma soprattutto Canada. In questi primi giorni di settembre sta arrivando di tutto e di più per obbligare gli agricoltori italiani a vendere sottocosto il grano di qualità. Il listino di Foggia, infatti, in previsione di questi arrivi mercoledì scorso ha operato una diminuzione di venti centesimi con sole tre fatture. Ma a preoccupare tutti noi è la dubbia qualità della merce che i nostri industriali comprano a basso costo.
E’ noto a tutti che l’Italia sia meta preferita di grano estero delle categorie di qualità inferiori. Lo confermano i dati delle Agenzie delle Dogane, gli analisti canadesi e naturalmente le analisi tossicologiche commissionate da GranoSalus, che nei tribunali di Roma e Trani sono state legittimate.
Come difendersi dall’ invasione?
In Italia purtroppo non ci sono controlli analitici, se non a campione sul 5% delle navi. Il glifosate non è incluso tra gli analiti da ricercare. Non ci sono laboratori pubblici accreditati e non esiste nemmeno uno strumento di valutazione della qualità del grano coerente con gli standard internazionali. In tal modo diventa difficile difendersi dall’ invasione di merce straniera. L’ unica arma sono le analisi sui prodotti finiti.
L’ istituzione della Commissione unica nazionale-CUN, potrebbe aiutarci a classificare correttamente la qualità, e a difendere la salute dei consumatori, ma i sindacati agricoli purtroppo non hanno ancora inoltrato la richiesta al Mipaaf, mentre la Camera di Commercio di Foggia ha riconosciuto ufficialmente i suoi limiti funzionali.
Il mercato italiano, insomma, è allo sbando! Una giungla pericolosa per consumatori e produttori! Mentre gli industriali traggono vantaggi e profitti sulla pelle dei consumatori e dei produttori italiani.
Il ritardo sulla CUN è a dir poco vergognoso! Eppure c’è una legge dello stato, c’è un decreto attuativo, c’è una risoluzione parlamentare che impegna il governo ad istituire una griglia di qualità a tutela della salute pubblica, che consentirebbe la difesa dall’ invasione, ma manca purtroppo la volontà politica di tutte quelle organizzazioni sindacali in ostaggio delle industrie di prima e seconda trasformazione. Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri sono ormai solo organismi burocratici…
E’ bene che lo sappiano anche i consumatori in modo da diffidare dalle loro “campagne amiche”…e da tutti gli altri slogan! Punire questa gente si può, basta non comprare i prodotti sventolati nei loro mercatini e consorzi, nelle loro sagre, fiere e convegni farlocchi! Per gli agricoltori invece sarebbe ancora più semplice togliere loro il proprio fascicolo aziendale. Ci sono tanti studi privati che potrebbero svolgere lo stesso servizio.
La nave australiana
La prima nave arrivata a settembre proviene dall’ Australia. Si tratta della ERGINA LUCK una BULK CARRIER IMO 9207443 MMSI 636016139 costruita nel 1999, battente bandiera LIBERIA(LR) con una stazza lorda di 38530 ton, summer DWT 73976 ton. La portarinfuse è partita da Newcastle (Australia) il 29 luglio 2017 alle ore 19:25 ed è arrivata al porto di Bari il 7 settembre alle ore 12:53. La nave ha sette stive con un carico stimato di oltre 500 mila quintali di grano.
Le navi canadesi
La seconda nave è arrivata oggi e proviene dal Canada. Si tratta della MYRTO una BULK CARRIER IMO 9752383 MMSI 354644000 costruita nel 2017, battente bandiera PANAMA(PA) con una stazza lorda di 44029 ton, summer DWT 81011 ton. La portarinfuse è partita da Port Cartier (Canada) il 26 agosto 2017 alle ore 20:14 ed è arrivata a Bari il 9 settembre alle ore 12:00. La nave ha sette stive con un carico stimato di oltre 500 mila quintali di grano ed è ferma a poche miglia dal porto sino a lunedì.
Sempre dal Canada si prevede l’ arrivo di una terza nave cargo da sette stive di nome PYXIS OCEAN che è partita il 16 agosto scorso da Vancouver e arriverà a Bari il 25 di settembre.
Dal Canada si prevede inoltre l’ arrivo a Bari di una quarta nave da sette stive. Si tratta della Bulk Carrier di nome DRAWSKO, partita il 9 settembre scorso da Port Weller che arriverà a Bari il 27 di settembre.
La nave americana
Nei prossimi giorni è previsto l’arrivo di una quinta nave dagli Stati Uniti da circa 300 mila quintali. La Bulk Carrier di nome BELMEKEN è partita da Corpus Christi (USA) il 18 agosto scorso e si prevede che arrivi a Bari il 12 settembre.
Perché l’ Italia elude i controlli ufficiali sul glifosate? Cosa risponde il Ministro?
Cosa possiamo fare concretamente?
Se ognuno di noi inviasse una email al Ministro Lorenzin, adesso che ha finito le vacanze, non sarebbe male.
Sul fipronil nelle uova ha disposto controlli a tappeto in tutti gli allevamenti avicoli, sia pur in ritardo. Ma sui contaminanti del grano estero quando disporrà controlli a tappeto?
Vogliamo ricordare al Ministro che c’è un divieto sul glifosate nel grano che l’ Italia non fa rispettare nei confronti del grano che arriva nei porti e che è molto più pericoloso per la salute rispetto al fipronil. Se ci fossero dubbi in merito al divieto, il Ministro – a tutela della salute pubblica – potrebbe chiedere l’emanazione di una sentenza interpretativa alla Corte di Giustizia europea.
Nel frattempo, in ossequio al principio di precauzione, il ministro potrebbe disporre controlli a tappeto su tutte le navi di grano estero, e per non correre rischi potrebbe incaricare direttamente l’ Istituto Superiore di Sanità.