I canadesi temono un potenziale blocco per l’export di grano verso l’ Italia. Sarà vero?

Le esportazioni di grano duro canadese verso la patria della pasta stanno per fronteggiare un potenziale blocco politico-commerciale da parte dell’ Italia. Sarà vero? Secondo le dichiarazioni di Cam Dahl, presidente della Cereals Canada, bisogna attendere gli esiti della Commissione Ue in merito all’ etichettatura d’origine. Nel frattempo a Bari si scaricano navi a tutta forza a cavallo delle festività pasquali…

L’ Italia si è messa in moto per rendere effettiva la legge che impone obbligatoriamente l’etichettatura indicante il paese d’origine (in inglese COOL) per la pasta, proprio come già fecero gli USA per la carne bovina e suina dal 2008 al 2015. I canadesi, pertanto, temono un blocco per il loro export, anche se le navi a Bari continuano ad arrivare in maniera scandalosa!

Il governo italiano ha abbozzato dei regolamenti che richiederebbero l’inclusione dell’etichetta, indicante il paese di origine del grano duro e quello in cui è stato effettuato il processo di trasformazione in semola, per tutti i tipi di pasta venduti e lavorati in Italia.

Sarà infine compito della Commissione Europea dare la propria approvazione per decidere se tali regole ottemperino o meno alle leggi e agli obblighi dell’UE, come spiegato da Cam Dahl, presidente dell’organizzazione no-profit Cereals Canada, nell’intervista che segue e che GranoSalus ha tradotto da un sito online canadese.

Sarò diretto: per me è contro le regole, ma non possiamo avviare alcuna azione in via ufficiale finché non otterremo gli esiti da parte della Commissione.” Ha affermato Cam Dahl.

C’è infatti una certa preoccupazione per quanto riguarda l’attuale clima politico in Europa, nel pieno del post-Brexit, visto che potrebbe fortemente influenzare le decisioni della Commissione, in quanto l’organo dell’UE potrebbe puntare ad evitare dissidi con il governo di uno Stato membro, preferendo piuttosto di non opporsi a politiche economiche di stampo protezionistico.

Inoltre, questa legge italiana è strettamente correlata alle pressioni esercitate dai gruppi di attivisti europei che si oppongono a vari tipi di metodi tecnologici usati nella moderna agricoltura, come l’uso del glifosato.

È proprio così: è una questione di protezionismo che si lega saldamente anche alle altre iniziative, a cui stiamo assistendo in Europa, che mirano a limitare le moderne pratiche agricole.” Afferma Dahl.

Secondo Tony Mitra, tuttavia, le moderne pratiche agricole comporterebbero una “orribile situazione” per le contaminazioni da glifosato.

Un consumatore di cibi biologici in Nord America mangia infatti quasi il doppio del glifosato presente nei prodotti convenzionali nel resto del mondo.

Gli alimenti convenzionali sono quasi 8 volte più tossici degli alimenti convenzionali preparati al di fuori del Canada e USA.

Invece per il presidente di Cereals Canada le cose stanno diversamente. “Il Canada non è solo il più grande fornitore di grano duro del mondo, ma è anche famoso per il fatto che quello canadese è un grano duro di qualità, usato dai produttori di pasta per migliorare il colore e la consistenza. Per questa ragione non c’è da sorprendersi se l’industria italiana si stia alquanto preoccupando a tal proposito.”

Nella migliore delle ipotesi, spero davvero che l’Italia non compia questo passo finale, portando avanti questa nuova legge.” Continua Dahl: “Ma comunque non dobbiamo neanche dare per certo che essa venga avallata, dunque dobbiamo prepararci, indipendentemente dalle mosse dell’OMC o delle misure imposte dagli accordi commerciali tra Canada ed UE. Dobbiamo essere pronti a tutto.”

Fonte: https://www.realagriculture.com/2017/04/cool-looms-again-this-time-on-durum-exports-to-italy/

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