Mangiare è fare politica ma non come pensate voi

“Mangiare è un atto politico” diceva qualche tempo fa Carlo Petrini, e a pensarci bene non aveva tutti i torti. Ogni volta che mangiamo o compriamo qualche alimento facciamo una scelta che ha un impatto diretto e indiretto sulla società, sull’ambiente e in ultima analisi sul mondo.

ll 23 Luglio su Repubblica torna in qualche modo sull’argomento aggiungendo un elemento “[…]se la politica non ha la capacità di prendere in mano le sorti del pianeta, l’umanità deve concorrere a dare una risposta concreta a questa situazione di degrado”.

Petrini non è più presidente di Slow food ma molto molto ha ancora da raccontarci sul cibo.

Il 30% delle emissioni di anidride carbonica è imputabile al sistema alimentare. per questo ha senso promuovere comportamenti virtuosi tra i singoli consumatori affinché si riducano gli sprechi e si eviti di ricorrere all’acquisto di confezioni monouso in plastica, che oltre ad essere dannosi per noi, a causa delle microplastiche che rilasciano, hanno un forte impatto sull’ambiente. Inoltre la scelta di quello che mangiamo non è neutra.

Nelle condizioni attuali, produciamo cibo utile a sfamare 12 miliardi di individui ma, mentre 2 miliardi e mezzo non hanno accesso ad una alimentazione adeguata, altre due miliardi di persone soffrono di patologie legate alla ipernutrizione.

E il Carlin, come lo chiamano dalle sue parti, uomo dalle ascendenze comuniste e internazionaliste oggi almeno sul cibo fa discorsi sovranisti.

“Sovranità alimentare significa mantenimento di presidi colturali e realtà agroalimentari che fanno parte della storia di ogni paese. Garantire questo patrimonio di biodiversità territoriale significa creare i presupposti per una certa autonomia alimentare, che è precondizione necessaria per la stabilità politica e la piena realizzazione di ogni popolo.”

Anche quando scegliamo che pasta mangiare, che pane mangiare facciamo una scelta non solo per la nostra salute ma anche politica, se sarà grano italiano avrà un determinato impatto sull’ambiente se verrà da un altro continente ne avrà un altro.

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