La pappatoria sovrana della Lega offende la pastasciutta italiana

La scalata del consenso politico di Salvini inciampa sulla gastronomia. Il leader della Lega, in preda ad una fame nervosa, promuove la pasta Barilla condita con sugo Star. In tema di pappatoria sono evidentemente ammesse deroghe al sovranismo leghista sbandierato in ogni occasione. Ma la pastasciutta - che è sacra al Sud - si sente tradita e grida vendetta!

La scalata del consenso politico di Salvini inciampa sulla gastronomia. Con la sua strategia social ha deciso di promuovere il brand Barilla, primo produttore in Italia di pasta fatta con grano proveniente da tutto il mondo.

Appena un anno fa era andato in televisione da Vespa a contestare la pasta al glifosate, mentre oggi grazie al suo fine palato da buongustaio ha cambiato idea.

Il leader della Lega, infatti, martedì in preda ad una fame nervosa, ha pubblicato sul suo profilo la foto di un piatto di pasta (Barilla) condita con sugo Star, accompagnata da un bicchiere di vino.

Due brand di dubbia italianità: il primo perché importa spudoratamente grani esteri, il secondo perché passato in mano a gruppi spagnoli.

Insomma non proprio un pasto all’insegna del sovranismo (o di quella campagna amica tanto cara ai berretti gialli ruffiani del potere di turno) è il rimprovero più frequente ricevuto nei commenti in rete. Scegliere grandi marche, che non sempre usano materie prime made in Italy, non te lo aspetteresti da un sovranista puro come lui. 

Non era mica “I produttori italiani prima di tutti” lo slogan vincente?

Che fine ha fatto il contrasto al grano immondizia importato dall’ estero? Dove sono gli esiti del controllo ICQRF sul glifosate nelle navi sbarcate a Bari? Siamo stanchi di una Lega che a parole si dice favorevole a contrastare le importazioni e una volta al potere, da Zaia a Centinaio, cura solo gli interessi industriali e i vari monopoli nelle diverse filiere agroalimentari. Costi quel che costi in termini ambientali e di salute pubblica. Chi se ne frega se i suoli agricoli italiani saranno contaminati!

Infatti, grazie alla recente firma di Centinaio sul decreto fanghi tossici della pianura padana, la pasta tra non molto sarà condita oltre che da diserbanti (glifosate) anche da carburanti (benzene). Il profitto viene prima di tutto e far risparmiare i costi di smaltimento in discarica di rifiuti pericolosi è doveroso per i leghisti servi dell’industria inquinante. La parola d’ordine è obbedire alle grandi industrie e alle multinazionali del petrolio per inquinare i terreni agricoli italiani.

Ecco perché la Lega in tema di pappatoria sovrana è totalmente inaffidabile, non teme rivali e se ne infischia dei danni provocati alla salute dei consumatori.

Pur tuttavia - confidava un ristoratore milanese - «quando si tratta di mangiare Salvini non dà mai buca».

Del resto, Luca Restivo su Rollingstone.it notava di recente che il tema più frequente del leader della Lega, quando non ancora ministro, non era la lotta all’immigrazione clandestina, bensì la "pappatoria”, sia in versione street/fast che gourmand, dal selfie con il paninazzo in autogrill, alla foto mentre passa in rassegna un reggimento di prosciutti nel Parmigiano, all’incontro ravvicinato con una ribollita, per non parlare delle performance barbariche con spiedini di carne alle feste padane.

Ma quei due etti di bucatini Barilla scotti, conditi al ragù Star in scatola, una buca ce l’hanno regalata o meglio una bestemmia contro l’unica vera religione del Paese, la pastasciutta, che noi difenderemo senza se e senza ma! Perché al Sud la pastasciutta è sacra e solo il Sud è in grado di produrre grano e pomodori non contaminati, a tutela di una pastasciutta salubre.

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