Le analisi effettuate sulle semole rimacinate di grano duro di cinque tra le più importanti marche italiane hanno dato esito negativo sui radionuclidi. Si temeva, soprattutto, la presenza del Cesio 137: ma di questo isotopo radioattivo non c’è traccia
Una bella notizia per il grano duro, o meglio, per le semole di grano duro Casillo, Barilla, De Cecco, Divella e Despar: dalle analisi disposte da GranoSalus e da I Nuovi Vespri è venuto fuori che non contengono contaminanti radioattivi.
Abbiamo iniziato la battaglia per un grano pulito. Quando dalle analisi emergono problemi li illustriamo e avvertiamo i consumatori. Quando i problemi non ci sono – come in questo caso – è giusto dare a chi ci segue la buona notizia.
Il fatto che le semole di grano duro più diffuse in Italia non contengano sostanze radioattive ci sembra una notizia degna di nota.
Illustriamo qui di seguito i risultati delle analisi.
Il timore maggiore era legato all’eventuale presenza del Cesio 137, un isotopo radioattivo del metallo alcalino Cesio che si forma, di solito, come un sottoprodotto della fissione nucleare dell’uranio: cosa che avviena nel reattore nucleare a fissione.
Ebbene, dalle analisi risulta che questo isotopo risulta praticamente assente (la sua presenza è inferiore a 0,1 Bequerel: si tratta dell’unità di misura del Sistema internazionale dell’attività di un radionuclde, che prende il nome dal fisico francese Antoine Henri Becquerel, noto per aver scoperto la radioattività e premiato con il Nobel).
Lo stesso risultato vale per altri radionuclidi praticamente assenti. E cioè:
Cesio 134
Iodio 131
Berillio 7
Cadmio 109
Cobalto 57
Cobalto 60
Ferro 59
Ittrio 88
Mercurio 203
Stagno 113
Stronzio 85
Stronzio 91
Zinco 65
Sui sospetti di radioattività avevamo scritto in questi post
A Barletta il grano parla un russo di scarsa qualità e molto sospetto