Lo Stato minimo non basta a tutelare lavoro produttori e salute consumatori

Investire sul lavoro significa agire per un Paese più giusto e più trasparente. Quanto ancora devono attendere i produttori di grano affinché ci sia un primo maggio che festeggi la trasparenza, la lotta alla speculazione e celebri la dignità di chi lavora duramente nei campi? Se nessuno produrrà più cibo di qualità come faremo a garantire la salubrità ai consumatori?

Nel giorno del primo maggio apprendiamo che il governo intende garantire più risorse ai lavoratori. Benissimo! Qualcuno ritiene che 100 euro in più al mese nelle buste paga dei lavoratori con redditi più bassi siano poca cosa. E’ sempre meglio di niente.

Gli agricoltori non hanno buste paghe a cui applicare tagli del cuneo fiscale, ma HANNO il GRANO DURO DI QUALITA’ al quale va riconosciuto il giusto prezzo. Un diritto negato da tempo, che umilia il loro lavoro, in barba ad una legislazione che consente maggior trasparenza e in barba ad alcune sentenze che hanno dimostrato illeciti e opacità del mercato.

Quanto ancora devono attendere i produttori di grano affinché ci sia un primo maggio che festeggi la trasparenza e la lotta alla speculazione, che celebri la dignità di chi lavora duramente nei campi senza che nessuno li difenda, se non con inutili manifestazioni di folclore?

Non è attraverso il fumo negli occhi di qualche gazebo sul lungomare che si risolvono i problemi degli italiani!

Del loro lavoro, nel giorno della sua festa c’è poca attenzione. 

Se però il governo vuole onorare dignitosamente questa ricorrenza deve dire ai produttori e ai consumatori italiani quanto tempo devono ancora aspettare per veder tutelati i loro diritti. 

I sindacati agricoli, sul modello dei sindacati confederati (CGL, CISL e UIL), “UNITI” devono sedersi per difendere i diritti di TUTTI i loro associati. Senza finzioni e senza essere supini alle industrie di trasformazione e ai monopoli commerciali! Così nessuno produrrà più cibo di qualità e non potremo garantire la salubrità ai consumatori.

In una stagione nella quale la società distrugge più di quanto non sappia conservare, è possibile che non ci sia un’autorità statale che faccia rispettare le regole o le sentenze ai soggetti privati che operano nel mercato italiano?

Il pensiero per cui lo stato si debba limitare ad assicurare ai cittadini la presenza di un giudice terzo nelle dispute contrattuali di ordine economico, sembra non essere più sufficiente a garantire la salute dei cittadini, l’iniziativa economica privata e una vita dignitosa al lavoro dei nostri produttori.

Noi ci auspichiamo che al più presto venga messo in agenda, lo strumento ancora bloccato (CUN), per poter garantire ai produttori, il giusto riconoscimento al loro “duro” lavoro di QUALITA’.

Buona festa del lavoro a tutti noi ITALIANI

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