CETA che fare? Per evitare il ciclone sul grano e sulla democrazia dite a Renzi e Berlusconi di non votare

Il ciclone del CETA potrebbe abbattersi sul nostro grano e sulla nostra democrazia. Il Canada potrebbe addirittura chiedere all’Italia il risarcimento per calo delle vendite di pasta fatta con il suo grano contaminato da Don, Glifosate e Cadmio. La Francia e il Belgio sono sul piede di guerra. E in Italia? La parola d’ordine è fermare Renzi e Berlusconi che hanno deciso di svendere la nostra democrazia e pure d’intossicarci!

Il Canada potrebbe chiedere all’Italia il risarcimento per calo delle vendite di pasta fatta con il suo grano. Vogliono continuare ad intossicarci a norma di legge!

E vogliono così pure continuare ad impoverire ulteriormente il mezzogiorno. L’ avevano fatto i piemontesi conquistando e depredando le casse del regno delle due sicilie. Adesso lo vogliono fare i canadesi imponendoci il loro grano contaminato.

Noi non ci stiamo! Così muore anche la democrazia. Far entrare provvisoriamente in vigore il CETA senza aspettare il sì definitivo degli Stati membri è un oltraggio alla democrazia ridotta ad una specie di self service per le multinazionali.

Quello che stà accadendo alla democrazia è molto pericoloso. La Commissione europea, scottata dall’ imbarazzante tira e molla politico durante l’anno scorso, vuole evitare l’iter lungo e tortuoso delle ratifiche nazionali.

E cosa si è inventata? L’ idea di spacchettare gli accordi commerciali per velocizzare la ratifica dei trattati. La componente commerciale degli accordi come il CETA verrebbe scorporata diventando esclusiva competenza europea. Le altre questioni, legate ai portafogli finanziari e agli investimenti, sarebbero oggetto di ratifiche nazionali.

L’ idea dello scorporo nascerebbe dal fatto che un pronunciamento della magistratura comunitaria su un accordo misto nei confronti di Singapore – che alla stregua dell’ accordo misto del CETA necessita di ratifica nazionale – giudicherebbe la competenza esclusiva di Bruxelles attesa la stragrande maggioranza di testi commerciali all’ interno dell’ accordo.

Ovvio che l’ idea dello scorporo non piace a molti paesi membri in un periodo in cui le opinioni pubbliche nazionali vogliono recuperare sovranità decisionale e vedono di cattivo occhio il libero commercio. Una giungla senza regole che impoverisce i territori e intossica i cittadini.

L’ hanno chiamata pertanto “corsia preferenziale” tesa proprio ad accelerare l’entrata in vigore del CETA.

L’ Italia si è detta finora favorevole alla ratifica comunitaria e il Senato discuterà il testo il prossimo 26 settembre. Pd e Forza Italia hanno riesumato il patto del Nazareno e sul Ceta volano spediti verso l’approvazione. Sono favorevoli a difendere la competenza esclusiva della Commissione. Un boomerang per la nostra agricoltura e democrazia! Il Belgio, invece, ha chiesto alla Corte Europea di Giustizia un parere sulla compatibilità del Ceta con i principi costitutivi dell’Unione Europea. E in Francia è bufera su Macron perché una Commissione di nove super esperti, nominata per valutare in maniera imparziale il Trattato, ha bocciato senza appello l’accordo con il Canada.

Siccome l’ ipotesi spacchettamento non richiede una formale proposta legislativa ma un semplice accordo tra i Ventotto e la Commissione, forse sarebbe il caso di dire a Renzi e Berlusconi di non accettare…

Altrimenti peggio per loro, le elezioni sono vicine e i cittadini gli faranno pagare un conto salato, specie se si (con)fondono…

 

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