GranoSalus: dopo il dissequestro del grano canadese siano rese note le analisi

La nave destinata ad Agriviesti e Cerealsud è stata dissequestrata, ma i residui nella pasta continuano ad esserci, senza che gli industriali ne spiegano la provenienza. Adesso però i consumatori hanno diritto di sapere cosa c’era in quelle analisi. Il diritto all’ informazione è stato riconosciuto dal Tribunale di Roma. 

L’8 giugno è arrivata da Vancouver al porto di Bari la CMB PARTNER, una delle tante navi cariche di oltre 600 mila quintali di grano canadese importati da due operatori di Altamura (Ba). Sono stati effettuati dei controlli puramente documentali ed è cominciato lo scarico di circa un terzo del suo contenuto.

Ricordiamo che, al fine di tutelare la salute pubblica, le partite di merci di interesse sanitario in importazione da Paesi terzi in arrivo nei punti di ingresso internazionali del territorio italiano devono essere sottoposte a vigilanza dagli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (USMAF) del Ministero della Salute. Non essendo stati fatti questi controlli è stato chiesto il sequestro della nave.

Il 21 giugno la nave è stata dissequestrata, perché sembrerebbe che, secondo le dichiarazioni degli industriali Italmopa, il laboratorio scelto dal Corpo forestale non era accreditato e il 22 giugno erano pronti per essere caricati oltre 1000 camion.

Non ci è dato di conoscere però l’esito dei controlli effettuati dal Corpo Forestale sulla quantità di grano rimanente nelle stive dopo il dissequestro. Nella giornata odierna abbiamo, pertanto, presentato istanza alla Procura di Bari. Vorremmo sapere e riteniamo giusto che i consumatori sappiano:

I controlli sono stati fatti sul grano contenuto in tutte le stive?

Quali contaminanti sono stati ricercati? Fra essi anche la presenza della micotossina Don e di glifosate?

Quale era il livello dei contaminanti e quanti certificati di analisi ci sono?

Non ci basta infatti sapere che fossero entro i limiti di legge. Sappiamo bene che questi limiti sono di natura economica e non biologici! Noi pretendiamo che il grano importato sia ESENTE da contaminanti, non che questi siano entro i limiti consentiti perché come andiamo spiegando da anni i livelli dei contaminanti quali il Don, accettati dall’Unione Europea, sono molto alti. E pretendiamo che il glifosate sia completamente assente, come abbiamo illustrato nella denuncia ai NAS di Bari a seguito del divieto comunitario e nazionale. E lo stesso ovviamente vale per altri contaminanti eventualmente presenti: piombo, cadmio, altri pesticidi…

Il rischio di un effetto additivo e sinergico di tutti questi contaminanti deve essere noto ai consumatori non solo sul prodotto finito, cioè la pasta, ma ogni volta che una nave di grano extra-Ue attracca nei nostri porti.

L’ Agenzia delle Dogane ha dichiarato che nel 2016 a Bari il 66% del grano duro estero è arrivato dal Canada. Nel 2016 sono arrivate 739 mila tonnellate pari a circa 12 navi, una nave al mese. Il 63% del grano canadese è stato dichiarato di bassa qualità (3°, 4°e 5° categoria).

Se i numeri sono questi, cosa costa all’ USMAF controllare queste navi?

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